Il punto da forare viene segnato con il bulino, dopo averlo localizzato nell’incrocio di due righe tracciate con l’ago; si appoggia il bulino e con un colpo secco di martello si segna un piccolo cratere nel pezzo (fig. 817), dove la punta di trapano avrà poi presa sicura. Per fori oltre un certo diametro conviene procedere in due riprese: un primo foro con una punta intermedia, per il quale è piú facile ottenere l’esatta centratura, e soltanto in seguito la trapanatura con la punta definitiva. Le punte sottili sono alquanto fragili e perciò lavorando con esse la pressione sul trapano deve essere esercitata con molta moderazione.
Risulta essere particolarmente importante montarle nel mandrino in posizione assolutamente centrata, perché mentre la punta grossa, montata un po’ eccentricamente, s’impunterebbe subito, quella sottile invece si spezzerebbe. La punta ed il foro vanno sempre leggermente lubrificati per mantenere piú a lungo l’affilatura del trapano, e — nel caso di fori in metalli morbidi come alluminio, rame o piombo — per favorire il distacco dei trucioli dalla punta. L’ottone può essere invece forato anche con la punta non lubrificata.
Qualche difficoltà presenta la foratura trasversale di pezzi tondi (tubi, bulloni, tondini ecc.) quando non è possibile fissarli nella morsa; sotto la pressione del trapano il peno tende infatti a roteare od a scivolare. In questi casi rende buoni servizi un basamento di legno duro con tagli cuneiformi di diversa larghezza, in uno dei quali — a seconda del suo diametro — si appoggia il pezzo tondo (fig. 818).
Quando si fanno forature profonde, conviene ritirare ogni tanto il trapano e pulire la punta elicoidale dai trucioli. Nel malaugurato caso di rottura della punta prima ancora che essa sia passata dall’altra parte, si prende il peno sporgente con la tenaglia e si gira verso sinistra, tirando leggermente; di solito la punta (specie se l’abbiamo lasciata raffreddare un poco) esce con facilità (figura 819). Se invece la punta è già passata dall’altra parte, si elimina il pezzo che sporgesse in alto (pinza o smerigliatrice) c con un colpo secco dato sul punteruolo appoggiato sul piano cosi creato, si fa uscire la punta in basso (figura 820).
L’acciaio non può essere forato se non è stato precedentemente stemperato.
Con il punteruolo si possono forare, come già accennato, lamiere sottili ed anche molle da orologio. Le lamiere devono essere appoggiate su un piano di materiale più morbido: piombo per lamiere di ottone, alluminio o zinco; alluminio, ottone o rame (non induriti) per lamiere di ferro. Il diametro del foro nella molla non può superare un terzo della larghezza della molla stessa. In ogni caso, il punteruolo deve essere appoggiato perpendicolarmente e passato con un solo energico colpo di martello.