Per tagliare a giusta lunghezza un tubo di vetro, si usa una lima triangolare, con la quale si pratica una piccola incisione trasversale nel punto voluto; facendo una leggera pressione con le due mani, il tubo si stacca di netto. Quando il diametro supera gli 8 mm, l’incisione deve andare oltre metà della circonferenza, per avere il taglio nitido.
Cilindri di vetro, colli e corpi di bottiglie ecc., possono essere tagliati col tagliavetro, fino ad uno spessore di 2 mm. Allo scopo incolliamo attorno alla parte cilindrica due strisce di cartone (1 mm), in modo da lasciare scoperta una fessura di 1 mm proprio in corrispondenza del taglio previsto (fig. 878). Appoggiamo ora il tubo orizzontalmente e lo facciamo rotolare lentamente, esercitando nel contempo una leggera pressione dall’alto col tagliavetro, che risulta guidato dal cartone. Fatta l’incisione tutt’attorno, proviamo a staccare i due pezzi battendo leggermente dal basso contro il tubo, girando di tanto in tanto. Se non abbiamo successo, giriamo un filo di lana imbevuto di trementina attorno all’incisione e diamo fuoco, tenendo il cilindro orizzontalmente e girandolo lentamente. Appena spenta la fiamma, raffreddiamo il punto con acqua. Generalmente si ha un pronto e netto distacco delle due parti. Gli spigoli devono essere smerigliati.
Per curvare un tubo di vetro dobbiamo rammollirlo nel punto voluto, ponendolo sopra una fiamma (fornello a spirito, becco a gas) e girandolo lentamente. Dopo qualche tempo il vetro diventa rosso; in questo momento lo leviamo dalla fiamma e lo curviamo lentamente finché sentiamo una certa resistenza; riponiamo il punto nella fiamma e continuiamo finché l’angolo raggiunto è quello desiderato (fig. 879).
Se il tubo di vetro è troppo corto per esser tenuto in mano in queste operazioni, infiliamo nelle estremità dei pezzetti di legno (fig. 880).
Per tirare il tubetto a punta, si riscalda un dato punto da tutte le parti, esercitando una leggera trazione; quando il vetro è diventato molle, lo togliamo dalla fiamma e tiriamo piú energicamente dalle due parti (fig. 881). Raffreddato il tubo lo spezziamo nel punto piú sottile.
Con un po’ di allenamento risulta facile ottenere le forme piú svariate (figura 882) ed anche soffiare una pallina (fig. 883).
Per spianare gli spigoli di tagli imperfetti, usiamo, dopo averli inumiditi, una lima piana o triangolare di grana fina. Possiamo poi smerigliarli muovendoli con leggera pressione in cerchi eccentrici sopra una lastra di vetro o di pietra artificiale ricoperta di un impasto di acqua e polvere di smeriglio (fig. 884).
Per forare il vetro si usano punte di carborundum, disponibili in commercio in vari diametri. La lastra poggia su una superficie piana e viene bagnata con acqua. Con un trapano a mano, azionato con una certa pressione e molto velocemente, si riesce a perforare la lastra, sia pure dopo un certo tempo, trattandosi in fondo di un lavoro di smerigliatura. Talvolta si suggerisce di usare una lima triangolare ben affilata od altri attrezzi di acciaio; questi presentano però sempre il pericolo di rompere la lastra, mentre il metodo sopra indicato è molto piú sicuro, soprattutto quando si ha l’accortezza di non fare il foro da parte a parte, ma di terminare la perforazione girando la lastra.