L’elettricità è la più pratica forma di energia di cui disponiamo. Ci fornisce luce, calore e forza, e il suo trasporto, anche a grande distanza, è pressoché immediato. La trasformazione dell’energia elettrica per tutti gli usi domestici e industriali ha inoltre rendimenti elevatissimi, non raggiungibili con altre forme di energia. L’energia elettrica può essere di due tipi: continua, quando il suo flusso percorre i fili sempre nello stesso senso; alternata, quando a un ritmo regolare percorre i fili ora in un senso ora nell’altro.
L’energia arriva in casa attraverso il cavo dell’ente erogatore, passa attraverso il contatore e l’interruttore generale, viene poi distribuita nei locali per mezzo di fili. Vi sono poi le scatole di derivazione che hanno il compito di ripartire la corrente sulle prese, sugli interruttori e infine sulle lampade.
L’energia elettrica che giunge nelle nostre case è alternata; viene prodotta nelle centrali dove grosse macchine, gli alternatori, fatte ruotare per mezzo di turbine (a vapore o idrauliche), generano correnti alternate di forte intensità a elevate tensioni. Gli alternatori sono costruiti in modo da produrre contemporaneamente tre correnti alternate, di uguale tensione, ma sfasate fra loro di 120° (la corrente si chiama trifase). Dagli alternatori trifase escono quattro fili.
Tre sono i fili delle rispettive fasi e il quarto è il ritorno comune, generalmente chiamato neutro.
È importante saper individuare quale dei fili è la fase. Infatti, questo filo è sempre sotto tensione, mentre il neutro, dato che serve per tutte e tre le fasi (e il nome stesso lo dice) è normalmente a potenziale zero.
Come si individua il filo di fase
È un’operazione che si compie con il cercafase, un piccolo cacciavite “speciale”. All’interno del manico trova posto una piccola lampada al neon che ha uno dei suoi terminali collegati alla lama del cacciavite e l’altro terminale libero. Se la lama viene messa a contatto con un filo di fase e il cacciavite è impugnato da una mano, la lampada al neon è attraversata da una corrente che si stabilisce fra la fase e la terra attraverso il corpo di colui che impugna il cacciavite per il manico isolato; la corrente è debole ma fa accendere la lampada (non c’è pericolo di prendere scosse).
Come si evitano i pericoli
L’uso sconsiderato dell’energia elettrica può essere fatale; un collegamento frettoloso, un filo sbadatamente lasciato scoperto costituiscono pericoli potenziali.
Quando intraprendete un lavoro su un impianto elettrico, interrompete sempre l’erogazione della corrente elettrica (apertura dell’interruttore generale).
E assolutamente proibito manomettere il contatore dell’energia elettrica. Il contatore infatti è uno strumento di misura fiscale posto in atto dalla società erogatrice. A esso è collegato un cavo di alimentazione che porta l’energia all’impianto. Il contatore è sigillato e piombato dalla società fornitrice: aprirlo è reato, ed è anche pericoloso in quanto è sotto tensione. Nessuna manomissione può essere eseguita né sui cavi o fili che entrano né su quelli che escono dal contatore. Le manipolazioni possono avvenire solo a valle dell’interruttore limitatore.
È bene verificare sempre la bontà dei sigilli sui vecchi impianti. I nuovi impianti devono essere eseguiti da esperti o specialisti sui quali ovviamente gravano le responsabilità di eventuali deroghe alle norme in vigore. Ci si riferisce in ogni caso a impianti completi e non ai piccoli lavori di manutenzione per i quali è sufficiente attenersi alle misure di sicurezza via via suggerite per la concezione e la realizzazione del lavoro. Per garantire maggiore sicurezza esiste poi il salvavita che è un interruttore automatico pronto e molto sensibile.
Il suo intervento pertanto avviene anche in casi di contatto accidentale. Si chiama contatto accidentale quello che si verifica per esempio quando, avvitando una lampadina e toccando sbadatamente la sua parte filettata, si prende la scossa elettrica.
Il nome tecnico di questo apparecchio è interruttore automatico differenziale. Il salvavita si applica vicino ai contatori o al posto dell’interruttore generale dell’appartamento. Lo si può montare anche altrove, per esempio per proteggere l’impianto di un solo locale.
Il pulsante bianco contrassegnato da O, come il rosso pure contrassegnato da O, servono per provare l’apparecchio. Premendolo artificialmente si provoca una fuga di corrente e in tal caso il salvavita deve intervenire.
Per disinserire il salvavita, si deve ruotare il comando a vite di un quarto di giro. Con la tacca verticale il salvavita è escluso (come indicato nella sua targhetta). Per inserirlo riportate la tacca in posizione orizzontale.
L’installazione a regola d’arte di un interruttore di tipo “salvavita” non è di per sé un’operazione difficile, ma è comunque necessario l’intervento di un elettricista esperto e ben attrezzato perché prima dell’installazione è necessario controllare, con un apposito strumento, se l’impianto elettrico è adatto a questo tipo di protezione. Molti impianti, infatti, hanno notevoli dispersioni, per cui il salvavita continuerebbe a interrompere il circuito; in questi casi o si ricostruisce l’impianto intero o se ne protegge solamente una parte.
I fili o conduttori
Per poter distribuire l’energia elettrica nei vari locali della casa sono indispensabili dei conduttori (i fili) isolati. L’energia elettrica erogata nelle case “corre” su due fili, di cui uno è sempre sotto tensione, mentre l’altro è neutro; esiste poi un terzo filo di collegamento a “terra” dove possono essere dirottate tutte le dispersioni di corrente. È chiaro quindi che i fili dovranno essere tre, distinguibili l’uno dall’altro.
Per distinguerli si sono stabilite delle norme (vorrebbero essere internazionali, ma non si è ancora raggiunto un accordo) che attribuiscono un colore facilmente individuabile a ciascuno dei tre. Il filo di terra ha colore verde-giallo (a
strisce longitudinali), il neutro è di colore blu e il filo di fase è normalmente nero, ma può essere anche marrone. Per gli impianti a bassa tensione (per esempio dei campanelli) possono essere usati anche altri colori. Prima dell’adozione di queste norme ognuno faceva come meglio credeva; nei vecchi impianti sarà quindi possibile trovare fili di colori diversi. Nel dubbio, il cacciavite cercafase potrà risolvere ogni incertezza.