Nonostante l’uso sempre più frequente di laminati plastici, vetro e metallo, il legno resta il materiale «principe» per la costruzione dei mobili. Dovendoci occupare della loro riparazione, quindi, riteniamo essenziale riferirci, seppure brevemente, alle sostanze con cui sono stati costruiti.
I legnami in commercio possono essere classificati secondo la loro preparazione o secondo l’essenza di legno; in altre parole secondo il modo in cui il legno è stato tagliato e in seguito confezionato o secondo la qualità e il tipo dell’albero da cui trae origine. Acquistando in falegnameria la materia prima per la costruzione o la riparazione di un mobile, si può stare certi che il legno è già pronto all’uso: è già stato sottoposto, cioè, a stagionatura naturale o artificiale, e non dovrebbe più riservare brutte sorprese. È tuttavia consigliabile, per ogni acquisto, spiegare a che cosa serve il pezzo richiesto: nella maggior parte dei casi il falegname sarà in grado di consigliarvi ed evitarvi sbagli o spese inutili. Dovendo acquistare legnami pregiati, quindi costosi, è sempre bene esaminare con cura la merce, per assicurarsi che non ci siano elementi dannosi (spaccature, nodi ecc.) che porterebbero, in fase di lavorazione, a uno scarto di materiale decisamente eccessivo.
L’INFLUENZA DELL’UMIDITÀ
Se una tavola di legno non si curva dopo essere stata tagliata, non c’è da gridar vittoria. Può farlo in seguito, con qualche mese di ritardo, quando il mobile è già stato costruito. Quali ne sono le cause? Sono due, una chimica e una fisica. Quella chimica è dovuta all’ossidazione del le resine del legno, il che provoca una contrazione molecolare e quindi del legno. Se l’altro lato della tavola non si ossida allo stesso modo (e non si ossida, se è verniciato o comunque rifinito) avremo la curvatura. L’unica cura per questo spiacevole inconveniente è molto drastica. La causa fisica è dovuta quasi esclusivamente a fattori di umidità (che fa espandere il legno) o di calore (che lo fa contrarre).
Nella figura è indicata una terza causa di curvatura, che dipende quasi esclusivamente dal modo in cui il pannello è stato tagliato. Per esigenze di utilizzazione del legno, si osserverà, i tronchi sono segnati longitudinalmente. Quasi ogni parte, fatta eccezione per la corteccia, viene utilizzata. I tagli, come indica il dettaglio I, avvengono quindi in condizioni diverse. C’è il taglio radiale (dett. 3), riconoscibile in quanto le linee della venatura sull’asse tagliata risultano praticamente parallele fra di loro. Quando le fibre si contraggono, lo fanno in modo «equilibrato»; se l’umidità è distribuita regolarmente, non ci sarà una deformazione. Nel taglio cosiddetto «tangenziale» (dett. 2) le venature sono invece ad arco. Poiché le venature si contraggono più delle fibre di legno, questa configurazione della struttura faciliterà la curvatura.
Quando dovete unire due pezzi di legno dovete tenere presente come potrebbe modificarsi il legno stesso.
Quando un legno si deforma è la parte più esterna, quella più lontana dal centro, che diventa concava (dett. 1), mentre la parte esterna, sempre considerata in rapporto al centro, diventa convessa.
Se si uniscono due pezzi che saranno lavorati nella stessa direzione avrete una deformazione massima.
Se unite due pezzi che saranno lavorati in senso contrario, le due deformazioni si annullano e il legno resta stabile (dett. 2).
E su questo principio che sono costituiti i compensati: pertanto quando dovete fare degli assemblaggi disponete i vostri pezzi come nei dettagli 2, 3, 4, 5.
LE FORME DISPONIBILI
Le più diffuse sono le travi, i travicelli, i murali, le correnti, i panconi e i tavoloni: tutti profilati di legno massello (cioè legno massiccio) ricavati dai tronchi degli alberi segandoli in senso longitudinale, e caratterizzati dall’avere una sezione rettangolare con le dimensioni delle coppie di lati non troppo differenti fra loro, fino a essere, in taluni casi, esattamente uguali (e avremo in tal caso una sezione quadrata). Questa loro caratteristica li rende adatti per ricavare strutture, intelaiature, parti spesse e piene di mobili. Tavole, pannelli e assicelle sono anch’essi di legno massello, da tronchi segati in senso longitudinale, ma con sezione rettangolare in cui i lati sono ben diversi. Sono quelle che, in uso corrente, si chiamano assi e servono — nella costruzione dei mobili — per le parti di completamento e copertura.
Oltre a queste forme di legno massiccio, tuttavia, ve ne sono altre che, per le loro caratteristiche, fisiche o di prezzo, trovano un uso sempre crescente nel mondo dei mobili. È il caso, per esempio, dei compensati: fogli di spessore variabile tra 1 e 30 mm, ottenuti incollando più fogli sottili (detti piallacci) in modo che le loro fibre siano a 90° l’una con l’altra. È il modo migliore per garantire l’indeformabilità del legno, e per questo il compensato è largamente usato nella costruzione di mobili che possano essere esposti all’umidità (come in cucina) o a continui sbalzi di temperatura. È possibile ottenere compensati di quasi ogni tipo di legno, anche dei più pregiati. In questo ultimo caso, tuttavia, si tende a usare l’essenza pregiata soltanto per i due piallacci esterni, usando un legno più economico per i fogli interni. Questa realizzazione permette di ridurre i costi e consente la finitura di un mobile senza dovergli applicare una impiallacciatura esterna, sovente difficile da fare aderire e, in seguito, da levigare.
Un altro tipo di materiale reperibile in falegnameria è costituito dalla famiglia dei paniforti. Sono tavole il cui spessore varia, generalmente, tra 16 e 24 mm. Sono composti da due fogli di legno sottile o di compensato fra i quali sono state sistemate varie liste di legno accoppiate, incollate fra di loro. Come i compensati, di cui ricalcano la struttura, sono indeformabili e sono quindi adatti per costruire mensole, ripiani, superfici di tavoli e scrivanie.
Restano infine gli agglomerati; si tratta, per lo più, di tavole ottenute usando scarti di lavorazione delle segherie (trucioli, segatura ecc.) che vengono pressati e incollati. È un prodotto solido ed economico anche se poco «prezioso» da un punto di vista estetico. Gli agglomerati sono comunemente chiamati «truciolari». I nomi tecnici più diffusi, tuttavia, sono masonite e faesite. La prima, sovente prodotta in pannelli forati, smaltati su un lato e adibiti come rivestimenti e divisori, prende in commercio il nome di «salamandra». Un altro tipo, la cosiddetta «salamandra legno» senza fori, può essere preparato, con opportune lavorazioni, in modo da riprodurre fedelmente l’aspetto esterno di alcuni legni pregiati e può quindi essere usato per la costruzione di mobili abbastanza economici.