La riparazione dei mobili, consiste, il più delle volte, in un accurato intervento chirurgico dove la precisione è caratteristica indispensabile.
Gli strumenti di misurazione occupano un posto di primo piano nell’attrezzatura di chi intenda riparare o costruire per conto proprio i mobili di casa. Oltre al metro snodabile, il più adatto quando si lavora su grosse superfici, occorre un metro metallico, del tipo che si arrotola, in modo da poter entrare più facilmente nei cassetti e angoli «invisibili».
Per accertarsi che il mobile riparato o in fase di preparazione sia perfettamente in piano, sarebbe inoltre opportuno procurarsi una livella a bolla d’aria.
Altri strumenti essenziali sono la squadra, che consente la massima precisione nel giustapporre due parti ad angolo retto fra di loro, e il graffietto, un piccolo meccanismo che permette di segnare con una punta aguzza o con una matita una linea parallela al bordo esterno della tavola da tagliare.
Per poter utilizzare il legno occorre tagliarlo e poi rifinirlo. Eccoci quindi alla scelta delle seghe. Il tipo più comune è la sega da falegname, in cui l’inclinazione della lama può essere variata a piacere, e in cui la tensione è facilmente regolabile con la funicella che collega i due bracci della sega, che a loro volta fanno perno su un asse centrale. Il tipo più comune senza lama a tensione è il saracco o segaccio, di lunghezza fra i 25 e i 70 cm, con manico aperto o chiuso. Il segaccio a dorso (da 20 a 50 cm, meglio se a manico aperto), la sega a lame multiple, in cui si possono anche inserire lame lunghe e sottili in grado di entrare nel buco di una serratura e il seghetto ad arco (il cosiddetto «traforo») completano questo settore dell’attrezzatura, a meno che si desideri fare ricorso a una delle seghe elettriche applicabili al mandrino dei più comuni trapani per dilettanti.
Segato un pannello o un travicello, tuttavia, lo si deve lisciare. Occorre qui, anzitutto, una pialla di legno (lunga circa 60 cm) necessaria per le grandi superfici. Per le superfici ridotte è più utile il pialletto alla romana (20-30 cm). Gli altri tipi di pialletto (alla palermitana, alla veneta, alla genovese) differiscono per l’impugnatura.
Dovendo piallare superfici di piccola larghezza è utile la sponderuola, in cui il taglio può essere regolato fra 1 e 3 cm. Per una finitura più accurata, dopo l’uso della pialla, si può ricorrere a una levigatrice elettrica, a funzionamento orbitale.
Oppure, con un blocchetto di legno (o, meglio, di sughero) a cui si avvolge cartavetro 00, si può lavorare a mano. Se occorre semplicemente ripulire una parte della superfice (da colla secca o altre sostanze estranee), o grattare via la superficie del legno, che è stata danneggiata (da una bruciatura di sigaretta, per esempio) basta una lama da modellista, o una rasiera o raschiatoio. Questa è una lama sottile di acciaio temprato, spessa 1 o 2 mm, con un lato affilato. La si manovra impugnandola con entrambe le mani e tirandola sulle superfici con direzione obliqua rispetto alle fibre. Per superfici sagomate si usano raschietti con lama molto stretta e impugnatura per entrambe le mani.
Per intagliare il legno sono essenziali scalpelli da legno. È meglio averne uno da 20 mm e un altro da 8, più un bedano (uno scalpello molto sottile) per intagli in profondità. Altri attrezzi di rifinitura sono la lima e la raspa.
Una morsa è essenziale per bloccare l’oggetto su cui si lavora. Nel caso del legno, inoltre, è necessario disporre anche di morsetti portatili, del tipo piccolo (cosiddetto «a G» e di quello più lungo (a fascia), per bloccare insieme parti incollate.
Per forare superfici di legno, o per estrarre viti rotte, è necessario un trapano, meglio se elettrico, con punte da legno o da ferro. Per il solo legno, tuttavia, può bastare un girabacchino con mecchie di varie dimensioni. Dovendo semplicemente preparare la sede per una vite, può essere sufficiente un succhiello.
Per avvitare è sempre bene disporre, per le diverse necessità, di un cacciavite grande, uno piccolo e uno «rinforzato» (medie dimensioni). Per i lavori in cui manca lo spazio per far ruotare la mano, può servire un cacciavite automatico, di quelli che girano sul proprio asse esercitando una pressione sull’impugnatura. Utile, ma non essenziale, un cacciavite magnetico, per poter arrivare con la vite in punti irraggiungibili con la mano.
Per togliere chiodi occorre un paio di tenaglie, da affiancare a un paio di pinze.
Per metterli, invece, occorre un martello da falegname e un punzone per fare scomparire la testa del chiodo nel legno.
Per gli incastri di legno e i lavori più «pesanti» ci vuole una mazza, mentre il martello di gomma è necessario quando si debbono riparare delicati intarsi.
Un’attrezzatura completa e sempre in ordine facilita il vostro lavoro e i risultati.